Carbossiterapia e Videocapillaroscopia
nella cura della cellulite
L’impiego dell’anidride carbonica, quale sostanza terapeutica, si è rivelato un’efficace arma di prevenzione e cura in tutti i disturbi collegati al cattivo funzionamento della circolazione arteriosa, venosa e capillare, com’è stato dimostrato dagli oltre quarantamila casi trattati alle terme di Royat–Chamalières, stazione termale francese nei pressi di Clermont–Ferrand nota per le sue acque fin dall’epoca Romana e dove tale metodica è nata piú di sessant’anni fa. L’anidride carbonica, infatti, grazie alla capacità di diffondersi dalle 20 alle 25 volte piú dell’ossigeno, arriva immediatamente in tutti i tessuti dove innesca delle importanti reazioni. La principale di queste reazioni è una forzata vasodilatazione, cui si accompagna un notevole aumento del flusso di sangue e quindi un deciso miglioramento della circolazione.
In piú, il maggior apporto di ossigeno che permane per molte ore dopo il trattamento, favorisce anche il processo di scissione dei grassi e quindi la demolizione delle masse adipose, il tutto senza alcun effetto collaterale perché, dopo aver agito a livello locale l’anidride carbonica è eliminata fisiologicamente attraverso i polmoni. Per utilizzare tuttavia in modo semplice e alla portata di tutti questa terapia, si sono dovuti aspettare i tempi piú recenti, in particolare per sfruttare anche in campo estetico il potente effetto vasodilatatore dell’anidride carbonica é stato necessario, da un lato scoprire che la cellulite e gli inestetismi cutanei ad essa collegati sono provocati da una vera e propria malattia della microcircolazione, come è facilmente osservabile con la videocapillaroscopia a sonda ottica, dall’altro avere a disposizione un’apparecchiatura gestita da un computer ed in grado di ricostruire virtualmente anche a livello ambulatoriale quanto viene fatto alle terme di Royat–Chamalières.
Oggi quindi, grazie ai progressi della tecnica, è possibile disporre di una metodologia scientifica ampiamente sperimentata che può affrontare e risolvere efficacemente malattie come la cellulite, i disturbi della circolazione, le ipotonie venose —in particolare quelle dovute alla stazione eretta prolungata— e le adiposità localizzate. Questa metodologia, meglio conosciuta con il nome di carbossiterapia si prefigge, infatti, di far arrivare l’anidride carbonica là dove i suoi effetti benefici possono essere meglio sfruttati. Prima di procedere al trattamento è comunque opportuno valutare e documentare con la videocapillaroscopia a sonda ottica, registrata su nastro digitale, le caratteristiche della microcircolazione.
Si tratta di un semplice esame del tutto indolore ed assolutamente non invasivo che, grazie al progredire delle acquisizioni tecnologiche nel campo delle fibre ottiche e della miniaturizzazione dei sistemi dell’immagine video, consente l’utilizzo di uno strumento, il videocapillaroscopio appunto, costituito da un corpo centrale e da una serie d’obiettivi con ingrandimenti variabili (20×, 50×, 100×, 200×) per osservazioni microscopiche. Appoggiando l’obiettivo dello strumento sulla superficie cutanea da esaminare, il medico e la paziente possono osservare su di un monitor televisivo ad alta risoluzione, le diverse caratteristiche dei tessuti e della circolazione sanguigna. In piú per quanto riguarda la carbossiterapia, l’impiego di questo strumento si è rivelato particolarmente utile non solo a fini diagnostici, ma anche per costatare direttamente e visivamente i miglioramenti circolatori indotti sin dalla prima seduta terapeutica.
L’intervento vero e proprio di carbossiterapia consiste invece nell’iniezione di anidride carbonica medicale nei punti piú problematici di coscie, polpacci, caviglie, addome, fianchi e mani, attraverso un sottilissimo ago collegato da un tubicino al computer che controllerà le dosi ed i tempi di trattamento. Il tutto senza alcun bisogno d’anestesia, visto che l’unico fastidio è solo quello di un leggero bruciore che si avverte mentre il gas si espande sotto la pelle. Anche se già dopo 4–5 sedute terapeutiche la paziente può constatare un miglioramento soggettivo dei tessuti trattati che diventano piú morbidi ed elastici perché perdono la componente edematosa, per ottenere i migliori risultati e soprattutto per mantenere nel tempo la sensazione di benessere che segue ogni ciclo di terapia, sono necessarie una decina di sedute, suddivise in trattamenti settimanali della durata di circa mezz’ora ciascuno.
In questo modo l’anidride carbonica continua a svolgere per molti mesi il suo effetto benefico di potente vasodilatatore ed attivatore tonificante del microcircolo, tanto che spesso le pazienti richiedono spontaneamente un secondo ciclo di terapia ancor prima che sia loro prescritto. Due cicli l’anno, integrati da una dieta corretta e dall’esercizio fisico, possono quindi controllare efficacemente e spesso sconfiggere la cellulite ed i vari inestetismi che l’accompagnano o alleviare i fastidi dovuti alla stazione eretta prolungata. Inoltre, poiché l’anidride carbonica agisce alla radice d’ogni problema, anche i casi di cellulite avanzata, per i quali spesso non c’è alcun trattamento, possono significativamente migliorare, offrendo comunque un certo benessere alla paziente. Per questo conviene sempre tentare un ciclo di terapia indipendentemente dallo stadio in cui si trova la cellulite.
Per le stesse ragioni è opportuno sottoporsi ad un ciclo di carbossiterapia sia nella fase precedente la liposuzione, in modo da migliorare le caratteristiche dei tessuti e quindi anche i risultati dell’intervento, sia nella fase che segue la liposuzione, per attenuare o levigare i minimi avvallamenti che possono residuare. La carbossiterapia non ha alcun effetto collaterale e le controindicazioni sono limitate a gravi malattie come ad esempio infarti pregressi o tromboflebiti. Non sussiste inoltre alcun pericolo di entrare in un grosso vaso perché il gas è iniettato solo nel tessuto sottocutaneo. In ogni caso se ciò dovesse accadere l’anidride carbonica, quale gas naturale, sarebbe eliminata a livello polmonare senza alcun pericolo d’embolie.
Prima di affrontare un ciclo di carbossiterapia è comunque necessario sottoporsi ad un colloquio presso lo studio del medico che effettuerà il trattamento, allo scopo di conoscere tutte le caratteristiche della metodologia e dare il proprio consenso informato. Un’approfondita visita medica e la videocapillaroscopia completeranno la valutazione diagnostica consentendo di stabilire le indicazioni o le eventuali controindicazioni al trattamento. In ogni caso per la cura della cellulite attraverso la carbossiterapia devono essere osservate anche le seguenti prescrizioni:
- Normalizzazione dell’eventuale eccesso adiposo generale con dieta aminoacidica o dieta ipocalorica
- Attività fisica
- Eventuale normalizzazione della funzione intestinale e depurazione generale con colonidroterapia
- Massaggi linfodrenanti
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