Cura della Vaginite
protocollo per la risoluzione delle vaginiti
Qualche anno fa un mio paziente, personaggio molto in vista nella città, mi viene a trovare e mi racconta che, dopo tanti mesi, si è stancato di portare la moglie in giro dai piú noti ginecologi per una vaginite da cui non riesce a guarire. Per la verità egli adopera un linguaggio piú colorito e piú divertente che qui non vi voglio riportare, ma che ha a che fare con la per lui costosa esibizione delle parti intime della consorte, senza che questo consenta tuttavia di venire a capo del problema. Mi chiede quindi se io posso dargli qualche consiglio, gli prometto di interessarmene e cosí faccio, mettendomi a studiare su internet tutto quello che posso trovare e, nel frattempo, maturo la convinzione che la vaginite assomiglia per molti aspetti alla disbiosi intestinale.
Può essere sbagliato quindi ostinarsi a curarla con dosi massicce di antibiotici od antimicotici che, alla fine, uccidono sicuramente i batteri ed i funghi patogeni ma associano, in questo massacro indiscriminato, anche quelli sani che, nel caso della vagina, sono rappresentati prevalentemente dal lactobacillus acidophilus, comunemente detto lattobacillo, batterio molto importante nel regolare il grado di acidità vaginale —il cui pH è normalmente intorno a 4.0— impedendo in questo modo la crescita della restante flora microbica patogena. Forte di questo ragionamento ritengo possa essere invece piú utile stimolare al massimo proprio la crescita del Lattobacillo in modo che, con la sua moltiplicazione, esso possa prendere il sopravvento sulla restante flora batterica e riportare il tutto in condizioni di normalità, favorendo quella che i microbiologi chiamano esclusione competitiva, cioè la colonizzazione della vagina con una microflora nota ed in grado di conferire resistenza nei riguardi di tutti i potenziali patogeni.
Preparo quindi uno specifico protocollo vaginiti e lo prescrivo, quando ne esistano le indicazioni e dopo aver comunque indagato, con la necessaria delicatezza, anche sui comportamenti sessuali che possono agire al maschile ed al femminile da concausa. Da allora sono diversi i casi che ho affrontato e risolto. Spesso inoltre per rendere piú duratura la guarigione sottopongo le pazienti anche ad alcune sedute di colonidroterapia, in modo da regolarizzare al massimo la funzione intestinale. In piú insegno loro come combattere la dischezia, cioè la mancanza di stimolo, in modo da evitare la lunga permanenza di feci nella parte terminale del retto.
Questa disfunzione infatti può costituire una ulteriore concausa nella vaginite, in quanto il setto che separa la vagina dal retto, come può essere facilmente appurato inserendo semplicemente un dito nell’ano ed uno in vagina, è molto sottile e ricco di terminazioni linfatiche attraverso cui ci può essere una migrazione di batteri proprio dal retto alla vagina, con le note conseguenze che questo può comportare soprattutto se vi è anche una concomitante debilitazione generale od un abbassamento delle difese immunitarie. Nel caso la vaginite sia provocata in modo documentato da candidosi, oltre alla colonidroterapia ed al protocollo vaginiti, prescrivo anche una dieta personalizzata, sempre da seguire esclusivamente sotto controllo medico, simile a quella sotto riportata, povera di zuccheri semplici, secondo le piú recenti indicazioni, ma assai ricca di proteine ed integratori per rafforzare il sistema immunitario. Tale dieta è ugualmente utile anche nella candidosi intestinale.
Dieta
- colazione
- Due cucchiai di crusca diluiti in due bicchieri di acqua calda
- Una fetta di pane integrale, burro, latte o meglio yogurt
- spuntino a metà mattina
- Diverse qualità di tè o caffè, senza zucchero o altro dolcificante, latte o meglio yogurt
- pranzo
- Pesce o carne
- Niente riso, gnocchi, pasta
- Molta verdura fresca, per equilibrare la perdita di vitamine
- Niente dolci, uva e frutta
- Come bevanda vino secco, acqua minerale, succo di pomodoro
- spuntino nel pomeriggio
- Caffè o tè, pane integrale, pomodori
- cena
- Insalata di patate, pomodori, carote, zucchine, cetrioli, rapa rossa, carciofi, asparagi, cavolfiori, melanzane, insalata di sedano e simili; ogni tanto anche germe di soia, di frumento, indivia, cicoria e scarola, condito con olio di oliva e succo di limone
- Una o due fette di pane integrale, formaggio, carne o pesce a scelta
- Come bevanda tutto ciò che non contiene zucchero
Devono essere assunti inoltre integratori a base di aminoacidi e vitamine, prebiotici e probiotici. Tale dieta va seguita per almeno 1–2 settimane. Successivamente per uno o due giorni alla settimana è possibile seguire una dieta meno rigida. È comunque determinante rinunciare totalmente per un certo periodo di tempo, circa 4–5 settimane, agli alimenti di seguito elencati e facilmente metabolizzabili, in quanto principale fonte di energia per i lieviti saccaromiceti patogeni come la Candida:
- Glucosio, fruttosio, zucchero di canna e di barbabietola, maltosio, miele, gelatine e marmellate, dolci di ogni tipo
- Cioccolato, frutta cruda e cotta, succhi di arancia, bevande dolcificate
- Farinacei, riso, prodotti con farina bianca
Si devono invece mangiare verdure, insalata verde, latticini, uova e carne, un ricco supplemento di fibra è fondamentale per rimuovere il fungo, verdura e insalate possono essere assunte anche piú volte al giorno. Ottima quindi in questo caso anche la mia dieta aminoacidica che inoltre può far perdere peso nel caso questo sia necessario.
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