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Diarrea, Stipsi e Colon Irritabile: consigli caso per caso

la diarrea

2001: Odissea nello spazio, (), di Stanley Kubrick: il dottor Heywood Floyd alle prese con le istruzioni di una toilette per gravità zero, un bel problema in caso di diarrea.

Specie in quella che si prolunga oltre qualche giorno, è necessario innanzitutto l’esame delle feci e del sangue per capirne la causa. Nelle prime ore va comunque osservato il digiuno completo. È bene poi iniziare il recupero dei liquidi perduti con tè zuccherato ed acqua, Coca–Cola diluita e privata del gas. Seguire una dieta a base di riso molto cotto, crema di riso o semolino ed evitare i latticini. Tra le possibili cause, fare attenzione soprattutto ai contagi da mancanza di norme igieniche. Questo vale in particolare durante i soggiorni nei paesi del Terzo Mondo, dove non bisogna bere acqua corrente da rubinetti e fontane, usare cubetti di ghiaccio, mangiare insalata, frutta non sbucciata, dessert a base di creme e latte non pastorizzato.

Se invece si sospetta che la diarrea sia su base allergica perché un certo alimento non viene accettato dall’organismo e scatena una reazione con prurito, orticaria, asma, fare attenzione a latte, uova, piselli, fagioli, mele, agrumi, noci, arachidi e relativi oli, farina di granoturco, cioccolato, crostacei, pesce, pollo, frutti di mare, meloni, banane, pomodori ecc. Per quanto riguarda la possibile intolleranza al latte o ai suoi derivati va ricordato che questa è dovuta molto spesso non ad allergia, ma alla mancanza di un enzima, la lattasi, che serve a digerire il lattosio, cioè lo zucchero presente nel latte. Lo zucchero indigerito rimane infatti nell’intestino e lo irrita, provocando crampi addominali, brontolamenti e diarrea. L’alimento o gli alimenti responsabili dell’allergia o dell’intolleranza si individuano sia con esami specifici di reazione cutanea e del sangue, sia con la cosiddetta dieta per esclusione.

In questo caso si inizia mangiando solo cibi sicuri come, riso condito con olio di oliva, carne di cavallo, agnello e coniglio cotti ai ferri, insalata, pere, acqua naturale e tè con zucchero di canna. Se con questa dieta non si soffre di alcun disturbo, ogni due giorni si può aggiungere un altro alimento —uno solo— e si osserva il comportamento dell’intestino. Se non compare alcun disturbo, trascorsi i due giorni, si aggiunge un altro alimento e cosí via, fino a scoprire quello che provoca intolleranza. Un recente lavoro scientifico ha infine dimostrato che le intolleranze alimentari migliorano notevolmente con piú trattamenti di colonidroterapia associata all’uso mirato di probiotici.


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