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Agnocasto, Ginseng, Palma Nana e Rodiola

conclusioni e tabella riassuntiva delle specie esaminate

Panax ginseng, l’impiego a scopo terapeutico di questa pianta è di origine millennaria.

L’agnocasto, altro fitoestrogeno, agisce invece in modo opposto alla cimicifuga. Aumenta, infatti, l’effetto del progesterone ed ha un’attività antiestrogenica elevata. Per questo è bene non utilizzarlo da solo ma assieme alla cimici fuga. Al contrario della cimicifuga l’agnocasto aumenta, infatti, l’lh e quindi dopo pochi giorni anche il livello di progesterone. La presenza di progesterone tiene bassa la stimolazione del fsh (ormone che stimola il follicolo dell’ovaio a produrre estrogeni) e quindi degli estrogeni. Va bene in tutti i casi si debba combattere un iperestrogenismo e quindi nella sindrome premestruale, nelle poliposi uterine, nelle endometriosi e nelle cisti ovariche.

Anche se il costo di queste sostanze spinge ad un uso saltuario (per i 10–14 giorni precedenti il ciclo) il risultato terapeutico migliore si ha solo con un consumo continuo per lunghi periodi. Per quanto riguarda invece la patata selvatica americana (Dioscorea villosa) è l’unica di cui non si hanno ancora prove certe di funzionamento come ormone. Sembra comunque che essa contenga un precursore del progesterone, la diogenina. Il corpo umano tuttavia non ha gli enzimi per trasformare la diogenina in progesterone. Questo viene quindi fatto in laboratorio ed il prodotto finale viene poi etichettato come progesterone naturale.

Il ginseng (Panax ginseng) ha invece una forte attività pro estrogenica. Per questo è sconsigliato il suo uso in caso di cancro alla mammella. Il ginseng controlla poi la secrezione degli ormoni corticosurrenalici, come l’acth ed il cortisolo che è l’ormone principe dello stress, in modo simile a quella della liquirizia. La palma nana (Serenoa repens) è un fitoestrogeno molto interessante che contiene anche degli acidi grassi. L’azione primaria della palma nana è quella di inibire il deidrotestosterone, derivato del testosterone. Il testosterone viene, infatti, trasformato in deidrotestosterone e quest’ormone è responsabile dell’ipertrofia (allargamento) prostatica per moltiplicazione cellulare. Maggiore è la quantità di deidrotestosterone, maggiore è il disturbo della prostata (ghiandola dell’apparato riproduttivo maschile).

Per combattere questa malattia la medicina usa gli antiandrogeni (anti ormoni maschili).Questi tuttavia agiscono sia sul deidrotestosterone sia sul testosterone, provocando disturbi collaterali come ad esempio l’impotenza. La palma nana è stata quindi impiegata negli studi clinici sull’ipertrofia prostatica in antitesi agli antiandrogeni. Gli acidi grassi in essa contenuti sembrano agire anche sul collegamento tra i recettori cellulari ed il deidrotestosterone.

In piú essa possiede un enzima che blocca la trasformazione del testosterone in deidrotestosterone, abbassando il livello di quest’ormone responsabile dell’ipertrofia prostatica senza provocare la caduta del testosterone e quindi la comparsa d’impotenza. Con il suo impiego, si possono dunque eliminare gli svantaggi del deidrotestosterone, pur mantenendo i vantaggi del testosterone, arrivando ad un successo terapeutico vicino al 70–80%. Va ricordato inoltre che quando il deidrotestosterone si accumula sulla cute in corrispondenza di capelli o di peli, stimola la produzione di sebo li può soffocare, provocandone la caduta e la conseguente calvizie.

A favorire questo pericolo è anche la presenza di radicali liberi. La palma nana ha un effetto positivo anche su questa malattia. La dose consigliata per i capelli è tre volte quella della prostata. Nelle donne con cisti ovariche e caduta di capelli si può usare la palma nana associata al dong quai. Nella donna la palma nana produce quindi piú capelli in testa e meno peli, nell’uomo invece produce piú peli e piú capelli. L’effetto della palma nana viene potenziato dalla vitamina B6 e dallo zinco. Essa pertanto è indicata nei disturbi della prostata, nell’impotenza, nella perdita dei capelli, nelle cisti ovariche, nell’irsutsmo e nella calvizie.

Infine, l’ultima pianta del gruppo è la rodiola (Rhodiola rosea) che cresce in Siberia ed ha come effetto quello di stimolare la secrezione di ormoni corticosurrenalici per affrontare meglio le condizioni di stress. È forse la sostanza piú efficace in questo senso, migliore ancora del gingseng soprattutto nei casi di stress da depressione e di ansia da fatica. Aumenta infatti del 30% il livello della serotonina e della dopamina (neurotrasmettitori cerebrali), diminuisce l’effetto delle mao (monoamino ossidasi, enzimi che distruggono appunto le amine come la serotonina e la dopamina), aumenta la capacità di risposta del cervello, il 5–idrossitriptofano (precursore della serotonina). È quindi efficace anche per regolarizzare fenomeni come l’anoressia e la bulimia. Aumenta infine le capacità sessuali maschili.

Per concludere questo capitolo, voglio brevemente ricordare che i sintomi causati da un eccesso di estrogeni si manifestano con ansia, instabilità, tensione nervosa, insonnia e cefalee. Nel caso opposto, la mancanza di estrogeni, è causa di depressione, attacchi di pianto e perdita della memoria. Se c’è un eccesso di aldosterone e progesterone si ha invece afflosciamento del seno, ritenzione idrica ed aumento di peso.

contenuto fitormoni per specie
Antiestrogeni Proestrogeni Progesterone Surrene Ormoni maschili
Quantità principio attivo: alta ⚫⚫⚫⚫⚫ - media ⚫⚫⚫ - bassa
Soia ⚫⚫⚫⚫⚫
Trifoglio rosso ⚫⚫⚫⚫⚫
Liquirizia ⚫⚫⚫⚫⚫
Dong quai ⚫⚫⚫⚫⚫
Cimicifuga ⚫⚫⚫
Agnocasto ⚫⚫⚫⚫⚫
Patata americana
Ginseng ⚫⚫⚫⚫⚫ ⚫⚫⚫
Palma nana ⚫⚫⚫
Rhodiola ⚫⚫⚫

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