Fisiopatologia della Dieta
le reazioni del corpo alla dieta aminoacidica
Dal punto di vista fisiopatologico possiamo suddividere la dieta in due stadi, dal primo al terzo giorno e dopo il terzo giorno.
Nel primo stadio mentre il cervello utilizza il glucosio disponibile si attiva anche la gluconeogenesi, la formazione cioè ex-novo di glucosio dalle proteine.
In ogni caso la sensazione che si prova in questi primi due giorni è molto soggettiva, alcuni la sopportano bene, altri ne sono indifferenti, altri stanno male fino al terzo giorno. Tuttavia, quando il paziente è informato della situazione ed è ben motivato ad affrontarla, tutto diventa piú facile. La sua cooperazione è comunque indispensabile per la buona riuscita della dieta, anche perché la cultura oggi comunemente dominante in fatto di diete si basa ancora sul vecchio concetto di caloria che invece deve essere rimosso e dimenticato quando si affronta la dieta aminoacidica.
Da questo punto di vista la dieta aminoacidica è, infatti, una dieta particolare che non ha nulla a che fare con le calorie perché la minima trasgressione rispetto a quanto viene prescritto, la può far fallire. Paragonando, infatti, questa dieta ad altre basate sulle calorie, si potrebbe essere indotti a pensare che una piccola fetta biscottata possa essere assolutamente insignificante dal punto di vista puramente calorico. In realtà anche un modestissimo apporto di carboidrati può annullare il passaggio dall’ipoglicemia alla chetogenesi, allungando non solo il periodo di sofferenza, ma anche tutto il periodo di adattamento dell’organismo alla nuova situazione o facendolo ripartire da capo.
Solo l’attivazione costante della chetogenesi attiva, infatti, la lipolisi e quindi tutto il meccanismo su cui si basa la dieta.
Il secondo stadio della dieta comincia dal terzo giorno in poi, quarantotto o settantadue ore dopo l’inizio. Questa fase è quella che da le maggiori soddisfazioni. In questa fase si attiva infatti la lipolisi ed il cervello impara ad utilizzare i corpi chetonici come fonte energetica alternativa. La gluconeogenesi dalle proteine dei muscoli si ferma ed il bilancio proteico ritorna in pareggio perché viene compensato dalle proteine introdotte con l’alimentazione, inoltre comincia a farsi sentire l’effetto anoressizzante e quello euforizzante dei corpi chetonici.
L’introduzione delle proteine con l’alimentazione diventa quindi fondamentale non solo per la conservazione della massa magra, ma anche per il buon funzionamento dell’apparato immunitario e dell’apparato sessuale. Gli ormoni, infatti, sono proteine e l’amenorrea (mancanza del ciclo mestruale), che compare in molte donne a dieta forzata e squilibrata, è un meccanismo fisiologico per impedire un’eventuale gravidanza che troverebbe il corpo femminile impreparato.
Se la dieta aminoacidica è seguita correttamente non si presentano quindi i problemi ormonali che in altre diete diventano il sintomo precocissimo e frequentissimo della perdita di massa magra.
Tantomeno si presentano le rughe sul viso o le smagliature sulla pelle grazie al corretto apporto di quelle proteine che sono fondamentali per il tessuto di sostegno e il collagene. Non c’è quindi l’invecchiamento tipico delle altre diete, anzi spesso si può notare un miglioramento dell’aspetto a volte sorprendente, a patto però che la dieta sia seguita rigorosamente.
La grande novità di questa dieta è inoltre quella di poter agire sulle adiposità localizzate in particolare su quelle di tipo ginoide, portando al rimodellamento della silhouette che è il principale problema di molte donne. Per questo alcuni chiamano la dieta aminoacidica “liposuzione medica”.
Sappiamo infatti che il tessuto adiposo non è un tessuto inerte, ma che in esso si svolgono numerosi processi biochimici di sintesi e di catabolismo sotto l’influenza sia degli ormoni estrogeni che del gh, l’ormone della crescita. Sappiamo inoltre che la diversa disposizione del tessuto adiposo nell’uomo e nella donna è un carattere sessuale secondario legato proprio all’influenza degli ormoni sessuali.
Per dare i migliori risultati la dieta aminoacidica deve durare almeno una settimana e meglio ancora una ventina di giorni. Non vale comunque la pena prolungarla oltre, perché dopo questo periodo il dimagrimento rallenta ed il paziente comincia a dare segni d’indisponibilità. Per questo motivo alla dieta aminoacidica viene fatta seguire una dieta dissociata ipocalorica da continuare durante un certo periodo di tempo da concordare con il medico quando si ha la necessità di perdere ancora qualche chilogrammo in modo generale. Dopo quest’intervallo si può tornare di nuovo alla dieta aminoacidica seguita nuovamente dalla dieta dissociata ipocalorica e cosí via fino al raggiungimento del peso desiderato. Una volta raggiunto questo peso, lo si mantiene facendo una dieta ipocalorica bilanciata.
I pazienti sui quali la dieta viene applicata con buoni risultati hanno di solito quasi tutti 7–8 kg in piú, un bmi inferiore a 30 ed esigenze estetiche per la presenza di adiposità localizzate nel distretto inferiore. Ottimi risultati, diluiti tuttavia su di un arco di tempo maggiore, si ottengono anche nei soggetti obesi per i quali questo tipo di dieta costituisce spesso l’unica soluzione possibile. Dopo i venti giorni comunque si perdono in media 4–6 kg, si riduce la taglia corporea e si diminuisce il girovita.
Avvertenze
La dieta proteica secondo Blackburn è da tempo conosciuta ed impiegata in tutto il mondo nella terapia delle forme piú gravi e resistenti di obesità. Si tratta tuttavia di una dieta volutamente squilibrata nella composizione nutrizionale e quindi, per certi versi, antifisiologica, in quanto ha l’obiettivo di alterare il metabolismo al fine di attivare la lipolisi senza diminuire la massa magra.
Di conseguenza, per essere effettuata in tutta tranquillità, richiede una serie di precauzioni:
- prescrizione medica
- Deve essere effettuata solo su prescrizione del medico, il quale seleziona i casi in cui può essere applicata ed esclude, invece, i soggetti che presentano situazioni che possano rendere sconsigliabile tale trattamento
- valutazione fisiologica
- Deve essere preceduta da un’accurata valutazione delle condizioni fisiche e degli esami del sangue
- durata
- Deve essere sostenuta solo per i periodi prescritti durante i quali sono necessari i controlli medici
- ripetizione
- Non può essere successivamente ripetuta senza nuovi esami e senza un nuovo parere del medico
Non è quindi certo una dieta il cui protocollo possa essere semplicemente trasmesso a conoscenti e congiunti, visti gli inconvenienti anche seri che ne potrebbero derivare.
Elenco degli esami
- Esame delle urine completo
- Profilo proteico e proteine specifiche
- Ormoni tiroidei
- Emocromo con formula
- Assetto lipidico
- Glicemia
- Insulinemia
- Insulinemia dopo carico con 50 gr di zucchero (facoltativa)
- Azotemia
- Creatinemia
- Uricemia
- Ionemia
- Sideremia
- Bilirubinemia
- Transaminasi
- PSA (solo per i maschi)
- Elettrocardiogramma
Torna in alto