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Perché la Dieta Aminoacidica…

…è migliore di ogni altra dieta dimagrante

Venere di Willendorf, questa statuetta paleolitica, rinvenuta nel 1908 a Willendorf in Austria, è stata la prima delle cosiddette veneri paleolitiche. Rappresenta una donna dal fisico detto steatopigo, dalle natiche grasse, o callipigo, dalle belle natiche, di sicuro non è una figura ideale dal punto di vista della salute ed avrebbe bisogno di una buona dieta e di molto esercizio fisico.

Visto che sono state molte le vostre domande su questo argomento, ho voluto renderlo più facile e comprensibile in modo da aiutare chi desidera sottoporsi alla dieta aminoacidica ad avere una migliore conoscenza e a rafforzare la propria convinzione nel seguirla. In attesa quindi di pubblicare il video che sto preparando vi anticipo il suo contenuto riprendendo e semplificando molti dei concetti già trattati nei miei articoli precedenti, cui rimando chi volesse un maggiore approfondimento.

La dieta aminoacidica sulla quale ho accumulato un’esperienza ormai ultra decennale, si differenzia da altre diete proteiche, spesso basate su proposte scarsamente scientifiche, perché è una vera e propria dietoterapia da prescrivere solo in casi selezionati e solo sotto il controllo del medico.

La dieta aminoacidica consente infatti di perdere cinque, sei chili in venti giorni senza alcun effetto collaterale e senza compromettere esteticamente il viso ed il seno come succede nella maggior parte delle altre diete.

La prescrizione della dieta aminoacidica è quindi ampiamente giustificata quando è richiesto un urgente e rapido dimagrimento per obesità, sovrappeso, accumulo di grasso localizzato, cellulite, disturbi articolari, apnee notturne, diabete e disturbi cardiovascolari.

In questi casi infatti una normale dieta non consentirebbe di ottenere con altrettanta rapidità ed efficacia gli stessi risultati visto che l’organismo è predisposto biologicamente a difendere in tutti i modi possibili le proprie riserve di grasso.

Tanto per cominciare quindi, la persona che decide di seguire la dieta aminoacidica deve affidarsi ad un medico specialista sottoponendosi a una visita e a una serie di esami del sangue in grado di fornire non solo un quadro preciso di alcuni parametri importanti per la stessa dieta, ma soprattutto una valutazione piú generale sulle condizioni dell’organismo.

Compito del medico è quello di considerare eventuali malattie pregresse, rischi professionali, presenza di allergie a farmaci e alimenti, eventuale presenza di malattie come ad esempio il diabete, eventuali traumi od interventi chirurgici, regolarità o meno del ciclo mestruale, assunzione di farmaci, stile di vita in generale, eventuale abitudine al fumo e all’alcool, regolarità o meno della funzione intestinale, valori della pressione arteriosa.

Questa prima valutazione da parte del medico verrà poi completata dalla raccolta dei dati antropometrici, quei dati cioè che misurano il corpo umano nella sua totalità e nelle sue componenti.

Attraverso una bilancia ed uno statimetro verranno misurati il peso e l’altezza in modo da ottenere il cosiddetto indice di massa corporea meglio conosciuto come IMC o BMI dall’inglese body mass index.

Tale indice mette in rapporto il peso e l’altezza per determinare la struttura corporea del soggetto.

Il suo valore di riferimento è stato fissato a venticinque per un peso normale, tra venticinque e trenta per il sovrappeso, maggiore di trenta per l’obesità.

Il BMI va integrato poi con altre utili misure, prese mediante un semplice metro, quali la circonferenza del polso, la circonferenza superiore del braccio, la circonferenza vita.

E a proposito di circonferenza vita va sottolineato che essa è già da sola un riferimento molto importante perché nel caso abbia un valore maggiore di centouno centimetri nel maschio e di ottantotto centimetri nella femmina è piú che sufficiente a giustificare un rapido dimagrimento.

La circonferenza vita è infatti la misura esterna del grasso nascosto all’interno della pancia, grasso che viene chiamato grasso viscerale e la cui presenza in eccesso attiva una serie di importanti fattori di rischio meglio conosciuti come sindrome metabolica comprendenti ad esempio malattie, quali, l’infarto, l’ictus e il diabete. Da segnalare tuttavia, come è stato di recente scoperto, che avere la pancia piatta ma avere invece il lato B molto pronunciato può costituire a sua volta un fattore di rischio cardiaco perché, contrariamente a quanto si pensa, il grasso dei glutei non è molto piú innocuo di quello addominale.

La misura della circonferenza vita viene poi completata dalla misura della circonferenza dei fianchi in modo da evidenziare meglio, anche da un punto di vista puramente estetico, la distribuzione del grasso e calcolare il rapporto vita/fianchi i cui valori normali sono tra 0,90 e 0,95 nel maschio e tra 0,80 e 0,85 femmina.

Le misure antropometriche sono infine completate dalla misura delle pliche cutanee e dal loro grasso sottocutaneo.

Per questa misurazione viene utilizzato uno strumento particolare a forma di pinza chiamato plicometro che, opportunamente manovrato dal medico consente di calcolare la percentuale di grasso corporeo proprio attraverso la misura dello spessore di alcune pliche e del loro grasso sottocutaneo.

Queste pliche sono, la plica bicipitale misurata nella zona anteriore del braccio in corrispondenza del muscolo bicipite, la plica tricipitale misurata nella zona posteriore del braccio in corrispondenza del muscolo tricipite, la plica sottoscapolare all’angolo inferiore della scapola e la plica soprailiaca appena sopra il fianco.

In questo modo è possibile ottenere un riferimento preciso non solo sull’adeguatezza del BMI visto che da solo esso non costituisce un valore assoluto per valutare un sovrappeso od un’obesità, ma anche sulla taglia e soprattutto sulla suddivisione tra la parte corporea del grasso conosciuta come massa grassa e quella del muscolo conosciuta invece come massa magra.

I dati raccolti vengono poi inseriti in un programma computerizzato, anche questo ideato personalmente, in modo che la loro elaborazione consenta di ottenere non solo dei precisi parametri attraverso i quali impostare e personalizzare la dieta, ma anche la stampa con tutte le istruzioni e le avvertenze da seguire.

I parametri ottenibili sono il peso ideale calcolato per maggiore accuratezza secondo tre formule diverse in rapporto al sesso e all’età.

I chili da perdere e in quanti giorni, il metabolismo basale espresso in calorie, il fabbisogno energetico ugualmente in calorie che tenga conto anche del tipo di lavoro svolto, le calorie della dieta da prescrivere e le calorie che vengono tolte.

È possibile elaborare inoltre un’importante calcolo preventivo del rischio cardiovascolare basato sul sesso e quando presenti, su ereditarietà per ictus e infarto, fumo, alcol, ipertensione, colesterolo, disturbi circolatori, obesità, diabete, stress e mancanza di attività fisica.

È possibile infine avere anche un’idea estetica del sovrappeso attraverso la valutazione di un’eventuale disarmonia della silhouette e della presenza di grasso localizzate.

Insomma un quadro completo che consente di affrontare con la massima sicurezza ed efficacia la dieta aminoacidica gestendo i due principali processi biochimici che l’organismo attiva durante la stessa dieta e che sono tanto più spinti ed importanti quanto essa è più drastica.

Ma vediamo piú da vicino entrambi questi processi.

Il primo di questi processi si chiama neoglucogenesi e, come dice la parola stessa, si basa sulla formazione di zuccheri partendo da molecole diverse da quelle dei carboidrati. 1

Ciò significa che quando nella dieta viene ridotta od eliminata l’assunzione di zuccheri da cui è ricavata la principale fonte di energia, l’organismo per sopravvivere inizia a demolire i propri muscoli per trasformarli in zucchero. La demolizione muscolare si attiva, sia perché dal punto di vista biochimico le proteine muscolari possono essere più facilmente trasformate in zucchero, sia perché l’organismo ha scoperto, nei millenni della propria evoluzione, che riducendo i muscoli si riduce anche il fabbisogno energetico, permettendo in questo modo la sopravvivenza con il minimo di calorie.

Se la riduzione muscolare si è dimostrata un vantaggio nei periodi di carestia e se la perdita di peso che l’accompagna può indurre ad una facile gratificazione, molto negativa si dimostra invece la riduzione del fabbisogno energetico che diventa spesso senza rendersene conto, il maggiore responsabile degli insuccessi di molte diete fai da te e soprattutto del cosiddetto effetto yo-yo, ovvero di quel dimagrimento che porta poi ad un rapido recupero del peso perduto.

Quando infatti si programma di eliminare un certo numero di chili, al raggiungimento del risultato prefissato ad esempio dopo una decina di giorni, spesso si ignora che nel frattempo l’organismo si è impoverito anche della parte muscolare e che la conseguente riduzione del fabbisogno energetico richiede meno calorie e quindi anche una minore introduzione di cibo.

Trascurando questo fatto e tornando invece ad alimentarsi come prima, si raggiungerà non solo un peso superiore a quello iniziale, ma cosa assai peggiore, si incrementerà soprattutto la massa grassa mentre la massa magra dei muscoli farà molta fatica a rigenerarsi.

Se poi l’effetto yo-yo si ripeterà ciclicamente in piú occasioni, la massa grassa finirà per accumularsi a spese di una progressiva diminuzione della massa magra.

In questo caso di fronte ad una diminuzione della massa magra e quindi in presenza di un fabbisogno energetico estremamente ridotto, anche un regime dietetico di poche calorie renderà estremamente difficile il dimagrimento.

Ma torniamo alla dieta aminoacidica.

Quando la riduzione dei muscoli non è sufficiente a fornire la quantità di zucchero e quindi l’energia necessaria allo svolgimento delle diverse funzioni, l’organismo viene obbligato ad attivare il secondo dei processi biochimici tipici della dieta aminoacidica.

Questo processo si chiama chetosi e consente all’organismo di ricavare l’energia di cui ha bisogno soprattutto dai depositi di grasso favorendo in questo modo quella rapida perdita di peso che costituisce la caratteristica più vantaggiosa della dieta aminoacidica. 2

Durante questo processo i grassi si trasformano infatti in particolari composti chiamati corpi chetonici che, simili ad un surrogato dello zucchero, hanno la funzione di fornire energia soprattutto al cervello.

Nello stesso tempo i corpi chetonici sono in grado di agire sul resto dell’organismo per aiutarlo ad adattarsi meglio alla nuova situazione, togliendo ad esempio l’appetito e dando euforia.

In questo caso, sia pure in maniera piú complicata dal punto di vista biochimico rispetto alla neoglucogenesi, l’organismo si attiva per ricavare l’energia di cui ha bisogno anche dai depositi di grasso che vengono demoliti favorendo cosí quella rapida perdita di peso che è tipica proprio della dieta aminoacidica.

Questo spiega perché in molti casi chi digiuna non ha fame ed è ottimista. In realtà tale comportamento è favorito proprio dalla presenza dei corpi chetonici che l’organismo ha ugualmente imparato ad usare per rendere piú sopportabili i periodi di carestia.

La dieta ideale è dunque quella che da un lato riesce a limitare gli effetti dovuti alla perdita della massa magra muscolare evitando la riduzione del fabbisogno energetico, dall’altro sfrutta la demolizione dei grassi di deposito per ridurre la massa grassa e perdere rapidamente peso.

La dieta aminoacidica da me proposta è in grado di gestire e sfruttare efficacemente entrambi queste condizioni.

Per preservare la massa magra muscolare viene infatti prescritta l’assunzione di proteine ad alto contenuto biologico che hanno lo scopo di sostituire le proteine muscolari, impedendo così la perdita del muscolo e quindi l’abbassamento del fabbisogno energetico.

Queste proteine devono essere obbligatoriamente consumate durante tutto il periodo della dieta e la loro quantità viene calcolata individualmente in modo preciso attraverso l’inserimento nel computer dei dati antropometrici illustrati in precedenza e rilevati durante la visita medica.

Tali proteine provengono sia da cibi di origine animale come la carne ed il pesce, sia in prevalenza da integratori ad altissimo contenuto aminoacidico, da cui appunto il nome della dieta.

La ragione della suddivisione tra cibi ed integratori è essenzialmente legata al fatto che in un regime dietetico spinto, quale è appunto quello della dieta aminoacidica, per ottenere i migliori risultati, soprattutto nei soggetti che hanno ad esempio il colesterolo o i trigliceridi elevati, è necessario eliminare il piú possibile anche i grassi perché, come è facile intuire, nei cibi di provenienza animale essi sono piú facilmente mescolati alle proteine.

Gli stessi grassi sono invece totalmente assenti negli integratori che sono costituiti soltanto da proteine purissime con una composizione aminoacidica di altissima qualità molto simile a quella dell’alimento proteico piú raccomandabile in natura, vale a dire il latte materno.

Suddividendo pertanto l’introduzione del cibo tra i due tipi di proteine si ottiene un ottimo compromesso sia a vantaggio della dieta, sia a vantaggio del paziente che può consumare non solo degli integratori, ma anche dei cibi normali.

Parlare di proteine e di aminoacidi non deve tuttavia indurre a pensare che si tratti di due sostanze diverse perché se la proteina è l’intero treno, i singoli vagoni che lo compongono sono gli aminoacidi.

Per costruire le proteine l’organismo utilizza infatti una ventina di aminoacidi, alcuni fabbricandoseli da solo, altri, quelli chiamati essenziali in quanto non fabbricabili, procurandoseli con il cibo.

Una volta resi disponibili, gli aminoacidi sono messi insieme in piú sequenze proprio come i vagoni di un treno e, a seconda delle esigenze, vengono sintetizzate le diverse proteine che sono il costituente fondamentale di ogni cellula.

La presenza nella dieta aminoacidica delle proteine e degli aminoacidi serve inoltre non solo a conservare il tessuto muscolare, ma preserva anche l’aspetto estetico perché conserva una buona tonicità ed elasticità della pelle.

La dieta aminoacidica sfrutta poi vantaggiosamente anche la chetosi che, come abbiamo visto agisce non solo sulla demolizione dei grassi con la conseguente rapida perdita di peso, ma anche sulla diminuzione dell’appetito con il conseguente controllo della fame. Gli eventuali effetti collaterali dovuti alla presenza di corpi chetonici in eccesso sono facilmente controllati ed annullati con una diuresi abbondante.

Da qui la prescrizione di bere molta acqua e di assumere tassativamente adeguate quantità di integratori a base di sali minerali come il sodio, il potassio, il magnesio ed il calcio in sostituzione di quelli che vengono eliminati assieme alle urine.

Anche l’eventuale acidità provocata sempre dai corpi chetonici che per loro natura sono composti acidi, viene adeguatamente compensata dalla prescrizione di specifici integratori.

Sotto il controllo e la gestione del medico la dieta aminoacidica è quindi non solo sicura, ma soprattutto efficace.

Per quanto mi riguarda poi, avendola fatta su di me in piú di una occasione, conosco le sensazioni che l’accompagnano durante i primi giorni quando l’organismo deve adattarsi alla nuova situazione.

Questo mi consente di poter fornire non solo un supporto puramente tecnico, ma soprattutto un sostegno di tipo psicologico nei momenti di difficoltà.

Una volta concluso il periodo programmato dal medico, la dieta aminoacidica viene obbligatoriamente seguita da una dieta dissociata di mantenimento.

Tale dieta verrà continuata, sempre secondo il giudizio del medico, con gli integratori proteici, in modo da stimolare ulteriormente non solo il metabolismo e conservare quindi il peso raggiunto, ma soprattutto perdere ancora qualche chilogrammo e consolidare la tonicità generale.

Se poi il peso iniziale da cui si è partiti appartiene ad una condizione di obesità oppure il risultato raggiunto non soddisfa esteticamente, dopo qualche tempo si può tornare di nuovo alla dieta aminoacidica e poi di nuovo alla dieta dissociata e cosí via ciclicamente fino al raggiungimento del peso ideale.

Una volta raggiunto il peso ideale, lo si mantiene seguendo una dieta bilanciata ed impostata soprattutto sui principi di una sana educazione alimentare che consenta di acquisire non solo quelle abitudini e quelle informazioni che possano far diventare ciascuno dietologo di se stesso, ma soprattutto quella preziosa conoscenza sul potere curativo ed antiaging dei cibi che aiuti a vivere in salute il piú a lungo possibile.

Riassumendo i vantaggi della dieta aminoacidica:

  • Rapida perdita di peso giorno per giorno che motiva a seguire tale dieta con convinzione
  • Protezione della massa magra muscolare grazie all’apporto ottimale di proteine che mantengono la pelle tonica ed elastica
  • Perdita della sensazione di fame a partire dal terzo giorno per la produzione dei corpi chetonici
  • Mantenimento dell’umore grazie ai corpi chetonici e del dinamismo grazie alle proteine
  • Controllo del gonfiore addominale grazie alla riduzione o all’assenza dei fenomeni di fermentazione intestinale, alla depurazione generale, alla prescrizione di integratori probiotici ed alla colonidroterapia, spesso associata alla dieta
  • Normalizzazione dei disturbi legati al sovrappeso o all’obesità come l’aumento del colesterolo, dei trigliceridi, del glucosio e della pressione arteriosa
  • Normalizzazione della vita sessuale, spesso compromessa proprio dall’aumento del peso e dai problemi estetici e circolatori che l’accompagnano soprattutto nei casi di obesità

In definitiva se si ha la volontà di seguirla e la convinzione che ogni dieta è comunque un sacrificio e che non esistono facile scorciatoie né soluzioni miracolose, la dieta aminoacidica è in questo momento il modo piú efficace che esista anche dal punto di vista scientifico per perdere peso senza andare incontro ai problemi fisici ed estetici delle altre diete.

Spero quindi di avervi fornito tutte le informazioni che mi avete richiesto e se avete delle altre domande non esitate a scrivetemi, a presto.


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